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A Sant’Antonio di Gallura
lu Ghjummeddu per riannodare i fili di una comunità

di Monica Viani

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Sant’Antonio di Gallura: un tappeto come identità e storia

«Noi siamo l’ordito, cui non si chiede altro se non di mantenersi sempre dritto e teso – scrive José Saramago -, gli altri sono la trama, il filo che passa e intesse, perché è proprio dall’incontro con gli altri che via via si precisa l’immagine, i colori che, in ogni momento, ci identificano».

Trama, ordito, intrecci, una metafora della vita. La rete di diversi filati, più semplicemente di differenti colori, il loro legarsi orizzontalmente e verticalmente offre mille possibilità di costruire una vita.  Il destino individuale e collettivo non è altro che un ricamo che deve essere fatto da mani creative e sapienti.
 
Il gioco di incroci tra fili sottili e grossi, l’incontrarsi di colori che si pensava che non potessero accordarsi, la sperimentazione del cambiamento di trama e di disegno significa accettare appieno il valore più profondo della vita.
 

(continua su famelici…)

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