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“Salvati dagli americani” L’estate italiana al bivio

© di Roby Rossi per Gallurablog

Il calo c’è e si vede, ma è ridimensionato dalla presenza degli stranieri, in modo particolare gli americani. Questo il primo bilancio di agosto sul quale i player del turismo italiano concordano.

situazione, proiezione, interventi

Stimiamo tra il 15 e il 20% la flessione rispetto al 2022spiega Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi – con un calo deciso nella prima e nell’ultima settimana e la tenuta di quelle a cavallo del Ferragosto. Non c’è il tutto esaurito in Sardegna, in Versilia siamo al 70% di occupazione, mentre l’anno scorso eravamo all’87%”. A salvare la stagione, secondo Bocca, gli americani.

Lo conferma anche Ivana Jelinic, a.d. di Enit: “L’occupazione media è dell’82%; un buon dato ma non c’è sold out. Le aspettative erano alte, ma create dalla bolla determinata dalle restrizioni pandemiche: erano i dati di uno e due estati fa a essere spropositati, piuttosto che quelli attuali a essere deludenti. Comunque quest’anno fondamentale è stata la presenza di americani: chi viene da lontano, si ferma e spende di più”.

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i grandi assenti

A mancare sono, quindi, gli italiani. Finora, secondo il monitoraggio del Ministero del Turismo, i biglietti venduti per i voli interni sono in calo del 25% nella terza settimana di agosto e del 40% nella quarta.

Terminate le limitazioni imposte dalla pandemia, i connazionali hanno ripreso a viaggiare anche all’estero. E scelgono mete più economiche, per far quadrare i conti. Anche se “i prezzi non sono aumentati soltanto da noisottolinea Bocca – e la verità è che se il reddito non cresce ma la rata del mutuo sì, la prima cosa che tagli sono i giorni di vacanza: ecco spiegata la flessione delle presenze”.

Tuttavia il rincaro dei prezzi, dovuti soprattutto all’impennata del costo dell’energia, ma non solo, coinvolge l’intera Europa. Nello specifico il flusso tedesco, che ha un’incidenza importante sull’economia del turismo italiano, ha registrato un forte calo di presenze che ha riguardato in particolare la Romagna, i laghi e buona parte delle nostre località costiere. Di contrasto si è verificato un ritorno in massa degli americani che hanno premiato le città d’arte come Firenze e Roma e il mare della costiera amalfitana”.

Da questa sintetica analisi si evince quanto sia importante puntare sul mercato anglosassone e statunitense con azioni di marketing mirate. Gli strumenti più efficaci, sui quali investire da subito, presentano sempre al primo posto il web, attraverso il quale veicolare offerte specifiche e combinate, considerando l’intero panorama di turismi possibili.

Uno scatto di qualità, nella nostra offerta turistica dell’isola, e dell’Italia in generale, avverrà quando anche le località costiere sapranno proporsi oltre al mare e spiagge, quando all’entroterra gli si riconoscerà l’importante valore aggiunto, quando le convergenze e la cooperazione saranno termini comuni e detteranno un modo di agire. Buona parte di questo “sviluppo mentale” deve partire dalle istituzioni, predisponendo iniziative che favoriscono questo cambio di mentalità, dall’altra parte gli imprenditori che devono aprirsi ad un dialogo e ad un confronto vero, mettendo in campo e a disposizione le esperienze acquisite, unendole e sommandole per farne un patrimonio di conoscenza e consapevolezza.

E si potrebbe parlare di pacchetti turistici, di distribuzione più equa dei costi tra bassa, media e alta stagione, di destagionalizzazione e di tanto altro. Il freno dello sviluppo in chiave imprenditoriale, ma anche sociale, è la presunzione di poter fare da soli. La Romagna e il Trentino Alto Adige insegnano qual’è la strada da percorrere. Copiare ciò che funziona è un segno di intelligenza.
Non volerlo vedere è superbia, figlia dell’ignoranza.

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