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Mirto, ricetta e altro, made in Sardinia

Ricetta e storia del mirto, liquore tipico della Sardegna

di Monica Viani

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La sua storia comincia nella notte dei tempi, è da sempre il simbolo della Sardegna...

Chiunque metta piede in Sardegna non può esimersi di bere, almeno una volta, un bicchierino di mirto. E se ne bevi più di uno scoprirai che nessuno è uguale al precedente. Basta fare una ricerca su Google per scoprire che esistono centinaia di ricette. Come mai? Semplice, è il liquore più presente nelle case della Sardegna ed ognuno lo fa a modo suo, pronto per essere offerto all’ospite ed aspettarsi un “che buono questo mirto!“.  

Noi, in un recente press tour organizzato da Roberto Rossi, abbiamo scoperto chi lo produce con passione e lo propone ai suoi ospiti come benvenuto in Gallura. Stiamo parlando dell’Agriturismo La Cerra, dove i titolari, Alberto ed Antonella Pesenti, ti fanno vivere la Gallura più autentica. Siamo in in una posizione strategica, a 15 minuti dal centro dell’entroterra Gallurese, Tempio Pausania…

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Aggius e il Museo dell’Amore Perduto

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Aggius e le sue sorprese: il museo non museo dell’Amore Perduto

di Monica Viani

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Un museo immateriale come è l’amore. Quello vero.

Nel centro storico di Aggius, accanto al Museo del banditismo (imperdibile), c’è un vecchio magazzino che attira il nostro sguardo curioso. La porta è aperta, un invito ad entrare. Sorpresa, abbiamo scoperto il Museo dell’Amore Perduto, un museo non museo dedicato ad amori spezzati o forse mai nati, testimoniati da ricordi appesi ad un muro o stesi su una corda come panni al vento…

…Ideato dal fotografo Mario Saragato, nato dopo la pubblicazione del libro “Trilogia dell’amore” realizzato con le immagini di Chiara Cordeschi e i testi di Sonia Borsato, il piccolo museo è dedicato al racconto di storie d’amore finite, ognuna raccontata attraverso l’unione di un’immagine e un testo che ne narra la storia.
Inutile dire che qui riecheggiano i famosi versi di una canzone di Faber:
L’amore che strappa i capelli è perduto ormai
Non resta che qualche svogliata carezza
E un po’ di tenerezza…

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Costa Paradiso slow motion famelico

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Costa Paradiso: alla scoperta della Gallura, la Sardegna nella Sardegna

all’interno di Cibo e cultura: 5 destinazioni per un 2020 famelico di Monica Viani

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abbandonate ansie e frenesia del turismo da ingoiare, qui dove potete famelicamente gustare i ritmi lenti della Gallura...

Sbarcate o atterrate ad Olbia, con un volo o una nave che avrete prenotato per tempo, così da scongiurare i costi dell’ultimo minuto. Potrete così scoprire che anche i costi dei trasporti possono essere alla portata di tutti. Bene, fatto questo? Procediamo. Andiamo verso quella Costa Smeralda tanto vituperata da alcuni e tanto amata da altri.

L’incanto c’è, è innegabile, scorci di una bellezza inenarrabile sui quali sorgono le strutture più d’èlite d’Italia, d’Europa e del mondo. Una tappa ogni tanto è d’obbligo per fermare alcune di queste “cartoline” in uno scatto. Un caffè o una Ichnusa si può bere anche qui, non è vietato e nemmeno inaccessibile per chi non è Rockfeller del nuovo millennio, basta sapersi muovere e scegliere. (Continua… nell’articolo trovi la Gallura come terza tappa delle 5 mete consigliate da famelici)

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Piatti galluresi: la suppa cuata

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Come preparare la suppa cuata: la ricetta di Alessandra Guigoni

di Monica Viani

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Nel libro “Cibo identitario della Sardegna” 86 ricette di tutta la Sardegna


Alessandra Guigoni, 
antropologa culturale, ha pubblicato nel 2018 un libro: un volume di ricette della tradizione sarda che è un invito a scoprire la cultura di una terra ricca di tradizioni ancora gelosamente conservate. Si intitola “Cibo identitario della Sardegna” (Istituto Superiore Regionale Etnografico) e propone 86 ricette.

Come ricorda l’autrice: “ho raccolto più di 300 ricette, pubblicate sotto forma di ebook. Il libro sviluppa 5 menu alla carta divise in 5 zone: Campidano di Cagliari, Sud Sardegna, Sardegna centorientale, Sardegna centroccidentale, Sardegna settentrionale. Le ricette, denominate in sardo e in italiano, riportano ingredienti e procedimento e, dove possibile, commentate“.

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Cordula in versione domestica a Oschiri

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Cibo e cultura: Cordula, dove mangiarla in versione “domestica” a Oschiri

di Monica Viani

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I sardi la chiamano sa cordula o sa corda per via della forma a treccia. E’ una ricetta della tradizione sarda e se non la conosci, la devi assaggiare. Noi l’abbiamo degustata a Oschiri alla Trattoria Pes.


La cordula è un grande classico della cucina sarda ed è presente in molti menu di ristoranti dell’isola che propongono la cucina tradizionale. Si tratta di una ricetta difficile da trovare, invece, nei ristoranti della Penisola che pure propongono la cucina dell’isola più bella del Mediterraneo. Chi l’ha assaggiata in terra sarda, difficilmente la dimentica.

Sa cordulala treccia, deve il nome alla forma che assume dopo la lavorazione dell’intreccio degli intestini e delle budella di agnello. É un piatto saporito e pelibato che in passato era servito durante i banchetti allestiti per le feste che prevedevano l’uccisione degli agnelli. Per la sua preparazione si utilizzano gli intestini di agnello, lo stomaco, la pancia e una sorta di rete che in sardo viene chiamata “sa Nappa”…

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lu Ghjummeddu a S.Antonio di Gallura

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A Sant’Antonio di Gallura
lu Ghjummeddu per riannodare i fili di una comunità

di Monica Viani

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Sant’Antonio di Gallura: un tappeto come identità e storia

«Noi siamo l’ordito, cui non si chiede altro se non di mantenersi sempre dritto e teso – scrive José Saramago -, gli altri sono la trama, il filo che passa e intesse, perché è proprio dall’incontro con gli altri che via via si precisa l’immagine, i colori che, in ogni momento, ci identificano».

Trama, ordito, intrecci, una metafora della vita. La rete di diversi filati, più semplicemente di differenti colori, il loro legarsi orizzontalmente e verticalmente offre mille possibilità di costruire una vita.  Il destino individuale e collettivo non è altro che un ricamo che deve essere fatto da mani creative e sapienti.
 
Il gioco di incroci tra fili sottili e grossi, l’incontrarsi di colori che si pensava che non potessero accordarsi, la sperimentazione del cambiamento di trama e di disegno significa accettare appieno il valore più profondo della vita.
 

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Sconfindando la Gallura: Orgosolo

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Sconfinando la Gallura:
ad Orgosolo tra murales e profumo di Sardegna autentica

di Monica Viani

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sconfinando la Gallura: in Barbagia, borghi in controtendenza...

Ora è entrata nella strategia di molte località, ma ad Orgosolo il primo murales risale al 1969! Famoso per essere terra della storica anonima sarda e per la sua tradizione pastorale, Orgosolo ha anticipato tutti, battendo sul tempo quei Comuni che faranno dei murales, in seguito, una vera attrazione turistica.

E la storia di quel primo murales merita di essere raccontata. Gli autori concettuali sono i giovani anarchici appartenenti al gruppo Dioniso che vollero sottolineare l’indifferenza e il distacco della classe dirigente del paese nei confronti dell’isola. Venne scelta una casa lungo l’attuale Corso Repubblica, una casa che disponeva di un muro sufficientemente ampio per accogliere una cartina dell’Italia dove al posto della Sardegna veniva disegnato un grosso vistoso punto interrogativo. A fianco veniva riprodotta una donna in rappresentanza dell’Italia, con un cappello a stelle e strisce ed una bilancia che pendeva da una parte. Per quale ragione quel dipinto? É presto detto… (Continua…)

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La ricetta delle casadinas sarde

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Gallura, tra Cibo e cultura: la ricetta delle casadinas sarde

di Monica Viani

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casadinas in logudorese, casciatine in gallurese,
in italiano formaggelle


Qualcuno le chiama anche pardulas.
Dolce tipico pasquale, di origine greca, la cui ricetta è stata raccontata in epoca romana da Catone il Censore, è oggi conosciuto ed apprezzato in tutta la Sardegna.

Dalla riconoscibile forma a cestino, dalla base sottile e dal colore dorato, hanno un impasto fatto con farina, strutto o burro. Il ripieno prevede ricotta di pecora o formaggio fresco, uova e scorza di limone e arancia. Talvolta sono aromatizzate con lo zafferano. Oltre alla versione dolce, vi è anche una versione salata. Ciò che colpisce e le rende uniche è la croccantezza dell’involucro che nasconde una farcia morbida leggermente profumata agli agrumi.

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La Gallura dei 5 sensi

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La Gallura dei 5 sensi

Irresistibile in ogni stagione

di Monica Viani

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Vogliamo provocare. Vogliamo provocare in voi il desiderio di un viaggio in Gallura. Quanto prima. Perciò non vi prenderemo solo per la gola, come vi aspettereste, ma per tutti e 5 i sensi.


“Vi suggeriremo di cogliere il contrasto tra mare e monti per disegnare il vostro viaggio.”

E siccome sappiamo – tanto più in modalità Doppiamente Famelici – di trattare una materia pressoché inesauribile, vi lanceremo delle esche. O, per dirla più gentilmente, vi offriremo degli esempi. Quattro per ognuno dei sensi.

Non sarà la Gallura prevedibile e Smeralda. Sarà la Gallura evocata dallo scrittore inglese David Herbert Lawrence: “Questa terra non assomiglia ad alcun altro luogo. La Sardegna è un’altra cosa: incantevole spazio intorno e distanza da viaggiare, nulla di finito, nulla di definitivo. È come la libertà stessa”. Noi lo abbiamo fatto con Gallura Turismo.

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…Per scoprire la Vista, l’Udito, il Tatto, l’Olfatto, e il Gusto raccontato dalle fameliche Monica Viani e Daniela Ferrando vai qui, ti accompagneranno in un viaggio… sensazionale!  

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Storia e sapori di Oschiri

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Viaggio a Oschiri: cosa fare, cosa vedere, dove mangiare

di Monica Viani

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Raggiungibile da Olbia in poco più di mezz’ora, Oschiri è una tappa imperdibile se sei sulle tracce di cibo e cultura e vuoi conoscere la cucina sarda autentica. In stile #famedivero.

Se il tuo motto è #famedivero devi assolutamente organizzare un viaggio a Oschiri, piccola cittadina del Nord Sardegna situata lungo la Olbia – Sassari.

Passeggiare lungo le vie del centro di Oschiri, sedersi per una “birretta” in uno dei tanti bar, divorare una panada accompagnata da un buon bicchiere di vino da “Sapori di Oschiri”, trascorrere una giornata alla scoperta di luoghi tra sacro e profano, sulle tracce di antiche storie, immersi in un tipico borgo dell’entroterra gallurese. Questa è la proposta che famelicamente vi consigliamo! Organizzatevi e partite in esplorazione di questo piccolo centro che custodisce i valori di antiche tradizioni e vive relazionandosi con una comunità aperta e accogliente. La natura, per alcuni tratti selvaggia e prorompente, è la cornice di questo borgo bagnato dalle acque del lago Coghinas sul quale sorge un nuraghe un pò… particolare! Parliamo della Gallura autentica, l’Altra Gallura, quella dell’entroterra, affascinante come quella costiera.

(nella foto: Oschiri in un momento dell’evento musicale Time in Jazz)

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Aggius e Museo del banditismo

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Ad Aggius il Museo del banditismo e la storia di “sa bandita” Paska Devaddis

di Monica Viani

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Visita al museo più suggestivo della Gallura per scoprire storie e leggende di donne e uomini della Sardegna

Ad Aggius un museo dedicato al banditismo: storia recente, di cui ancora oggi non è facile parlare, ma proprio per questo un importante strumento per capire perchè e come è nato un fenomeno di criminalità. Un luogo che ci consente di comprendere la storia della donna-bandito Paska Devaddis, la banditessa attorno la cui figura si è costruita una leggenda.

Aggius, borgo bandiera arancione del TCI, è un piccolo centro dell’entroterra gallurese che sorge a pochi chilometri da Tempio Pausania. Il Museo del banditismo è una tra le mete più attrattive di questa parte di Sardegna e raccoglie oggetti e storie in una completa e singolare narrazione che associa ad ogni “reliquia” una storia. L’idea è nata per ricordare un passato che ha visto il piccolo borgo di Aggius al centro di faide, omicidi e infinite violenze.

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Il borgo di Aggius e la magica trama

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Perchè il borgo di Aggius tesse una trama magica (famelicamente consigliata)

di Monica Viani

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Bandiera arancione del TCI e aderente a “Borghi autentici d’Italia”, Aggius è uno dei posti più sorprendenti della Gallura dell’entroterra

“Portatemi ad Aggius: e fatemi una capanna in un bosco di sòveri là sul Tummeu Sotza, ch’io veda il golfo e tutto il lido insino alla Maddalena, ch’io sia svegliato ogni alba dal Gallo di Gallura”.
Gabriele D’Annunzio

Aggius è una di quelle mete che devi visitare almeno una volta nella vita. Bandiera arancione del TCI e aderente a “Borghi autentici d’Italia”, uno dei posti più stupefacenti della Gallura dell’entroterra, non è solo un borgo che custodisce tradizioni, ma anche un paese che vuole costruire il futuro. Con poco più di un migliaio di abitanti, circondato dalla Valle della Luna, raggiungibile da Olbia o da Sassari in direzione Tempio Pausania, da cui dista pochi chilometri, è una destinazione ideale anche per le vacanze autunnali e natalizie.

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  in memoria di Andrea Altea

Sa femina agabbadora a Luras

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Femina Agabbadòra: tutti i motivi per andare al Museo Galluras

di Monica Viani

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Chi è l’Agabbadòra, l’ultima madre...

Ci sono donne temute, ma che affascinano, donne che si assumono il compito di rappresentare un ruolo sociale “scomodo”, donne tollerate dalle istituzioni e dalla chiesa, donne che sono entrate nella leggenda e diventate simbolo della vita e della morte. Noi l’8 marzo lo celebriamo ricordando una figura sarda, meglio gallurese, l’agabbadòra.

L’Agabbadora era la levatrice, ‘sa femina pratica’ , la donna esperta, chiamata per le nascite e per le morti. Rispettata ma non amata, compresa ma non capita, richiesta ma non desiderata, tanto da vivere emarginata. Agiva per lo più su mandato della comunità, per sollevare le famiglie povere dal peso rappresentato da chi non poteva più contribuire al suo sostentamento.

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Vini galluresi e di altre regioni italiane

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I migliori vini assaggiati in modalità Famelici nei primi sei mesi del 2019

di Monica Viani

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Difficile consigliare quali vini assaggiare. Ce ne sono veramente tanti. Abbiamo scelto di incuriosirvi con proposte affascinanti, in alcuni casi vere chicche...

Ecco allora la Top Ten in modalità famelica dei vini assaggiati nei primi 6 mesi dell’anno. Attenzione: non è una classifica. Chi scrive non è un sommelier, ma semplicemente un’amante del buon vino. Sono solo consigli di chi ama stupirsi di fronte a un bicchiere di vino. 

Cantina Tondini con Karagnanj esalta il vermentino della Sardegna

Cantina Muscazega e l’orgoglio di promuovere il Nebbiolo sardo

Cantina La Tosa, la poesia nel bicchiere

Cantina La Marchesa con Il Melograno riscopre l’eleganza dei vini rosati pugliesi

Cantina Mirabella recupera il Pinot bianco e la storia della Franciacorta

Masciarelli Tenute Agricole una passione autentica per il vino e il territorio

I vini piacentini di Podere Casale raccontano la storia di Gutturnio, Ortrugo e Malvasia

Villa Caviciana il vino in nome della cultura

Cantina Oddi riscopre il Fruttano

Cantina Monte Zovo con Ca’Linverno trasforma un sogno in realtà

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Mauro, il guardiano di Budelli

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Mauro Morandi,
il guardiano di Budelli...

di Monica Viani (con Roberto Rossi)

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Quando la giustizia emette sentenze inique (ricordando Edipo e Antigone)

Un Doppiamente Famelici, davvero originale, Monica Viani, incantata dal racconto lascia “carta e penna” a Roberto Rossi,  vicepresidente di Gallura Turismo, per raccontarci una sconfitta che meritava di essere vissuta perchè i sogni meritano sempre di illuminare le nostre esistenze. Una volta tanto, qualcuno… mi ha lasciato senza parole!

Roberto Rossi racconta che…
Il viso è sereno di chi ha l’animo in pace, segnato di chi ha vissuto, subito ed amato la natura in tutte le sue espressioni più estreme. Erano 15 anni che non andavo più là, quando con Bepi, un caro amico che ora naviga il cielo, a bordo del suo veliero Dovequinto sbarcavo a Budelli, un’isola depredata dalla sua sabbia rosa a causa di quegli stolti che vivono la bellezza solo nella sua superficie, che non sanno andare oltre, che non riescono a capire che la vera bellezza sta dietro, nella conoscenza, nella consapevolezza. É Mauro a suggerirmi questo pensiero, semplice quanto vero, tanto banale quanto pieno di significato. (continua…)