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Porto San Paolo con il suo meraviglioso tratto costiero insieme a Loiri, custode di una natura selvaggia che si spinge all’interno della Gallura, sono mete salvate dai riflettori del grande turismo, dalle orde che invadono ed affollano l’estate, mistificandone l’identità, compromettendone l’equilibro naturale.
Loiri Porto San Paolo è la perfetta sintesi della Gallura, una terra che racchiude la bellezza del mare e il fascino dell’entroterra. In un batter d’occhio puoi rimanere estasiato dal fantastico mondo sottomarino della costa Corallina e, nel contempo, affascinato dalla ricca fauna selvaggia che popola i boschi che si arrampicano verso Loiri e le sue frazioni.
Il suggerimento è di vivere tutte le esperienze che questo territorio sa offrire, tra vita di mare ed entroterra, in un contesto ambientale da favola. Macchia mediterranea, spiagge da cartolina, mare cristallino, trekking ed escursioni via mare, birdwatching e tante altre esperienze indimenticabili tutte racchiuse in una fazzoletto di terra.

Perchè Visit Loiri Porto san Paolo

Per andare alla scoperta di questo territorio, delle sue bellezze naturali e delle sue eccellenze, abbiamo voluto mettere a disposizione del viaggiatore e del turista, questo magazine affiancato da alcuni strumenti digitali. Vivi Loiri Porto San Paolo lo trovi distribuito sul territorio costiero e negli uffici turistici della Gallura, mentre la App collegata si può scaricare su tutti i dispositivi mobile. Sfogliando il magazine, o con lo smartphone tra le mani, si può partire alla scoperta del meglio di Porto San Paolo e Loiri. Approfondimenti sempre aggiornati li troverai su Gallurablog e sul blogmagazine Famelici. In una facile lettura e navigazione si possono scoprire i migliori ristoranti, i locali dove aperitivo e cocktail sono risultato della mixology Art, le botteghe dei prodotti tipici, ma anche le strutture ricettive e le agenzie per soggiorni confortevoli, i servizi garantiti e qualificati per i trasporti e per il noleggio, gli indirizzi giusti per il beauty e lo shopping! Tutto questo è il Circuito delle Eccellenze del Turismo di Loiri Porto San Paolo, insieme e uniti all’insegna della qualità!

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San-Simplicio-2022-olbia-ingallura

Festa di San Simplicio 2022

Festa di san Simplicio 2022

l 15 maggio, data del martirio del Santo Patrono di Olbia e di tutta la Gallura, donne e uomini vestiti in costume sardo accompagnano il Santo in processione lungo le vie della città. La processione culmina davanti alla chiesa di San Simplicio, dove si celebra la messa solenne.

processione san Simplicio 2022

Programma 11 - 15 maggio Festa di san Simplicio 2022

12/14 Maggio

Ore 18:30 Triduo in onore del Santo Patrono Basilica San Simplicio Santa Messa
(giorni feriali ore 7:00–19:00, giorni festivi 7:00-9:30-11:30-19:00)

Mercoledì 11 Maggio

Ore 17:00Raduno delle bandiere ex voto per la sfilata che parte dalla Basilica San Simplicio per raggiungere la sede sociale del comitato festeggiamenti San Simplicio in via Piacenza n 7 (trav. via Andrea Doria), Accompagnate dalla banda musicale Mibelli.
La cerimonia termina con la benedizione delle medaglie. Il corteo si dirige in seguito all’abitazione del presidente Giovanni Varrucciu, in via Cosimo De Medici n 23, dove verranno resi gli onori alla bandiera di San Simplicio. La sfilata continua per la Basilica di San Simplicio lungo il seguente percorso: via Barcellona, viale Aldo Moro, Corso Umberto, via San Simplicio, via Gabriele d’Annunzio, Basilica.

Ore 19:00 – Santa Messa nella Basilica San Simplicio 

Ore 21:30Spettacolo di fuochi d’artificio sul Lungomare via Redipuglia – Molo Benedetto Brin – loc. Mogadiscio 

Ore 22:30Isola in festa al Parco Fausto Noce. Presenta Giuliano Marongiu con Laura Spano, Peppino Bande, Roberto Tangianu

Giovedi 12 Maggio

Ore 17:00Presentazione del libro San Simplicio di padre Danilo Scomparin (riedizione) presso la Basilica San Simplicio 

Ore 19:00 Santa messa alla Basilica San Simplicio

Ore 21:30 – Serata di Canti Sardi in Piazza San Simplicio, con Adriano Piredda, Daniele Giallara, Marco Manca e Franco Figus chitarra Bruno Maludrottu e fisarmonica Gianuario Sannia

Ore 22:00 – Tazenda in Concerto al Palco Fausto Noce

Venerdì 13 Maggio

Ore 10:30 – 10 Edizione Remata della Gioventù visibile da Via Redipuglia, organizzata dalla lega Navale sezione di Olbia

Ore 18:00 – Grandiosa Sagra delle Cozze all’Area Fausto Noce, offerta dal Comitato, cucinate alla marinara, accompagnate dal Vermentino della cantina sociale di Monti.

Ore 19:00 – Santa Messa alla Basilica San Simplicio

Ore 22:00 – Serata di Cabaret al Parco Fausto Noce con Alessandro Pili in SCRAFFINGIU

Sabato 14 Maggio

Ore 16:00 – Benedizioni cavalli e cavalieri partecipanti al 19 Palio della Stella “San Simplicio” in Viale Isola Bianca (di fronte al palco giuria)

Ore 16:30 – 19 Palio della Stella “San Simplicio” in Viale Isola Bianca –  in collaborazione con l’associazione “Lu Juali” di Luogosanto. Partecipano i cavalieri dei ventisei comuni della Provincia e la partecipazione delle pariglie di Padria, Oristano e Thiesi

Ore 19:00 – Santa Messa Vespri Solenni alla Basilica San Simplicio –  con il coro Olbia Folk Ensemble

Ore 20:00 – VI Edizione Mesu Maju in Coro alla Basilica San Simplicio con concerto di musica popolare. Organizzazione artistica del coro Olbia Folk Ensemble, partecipano: Coro Olbia Folk Ensemble, Coro Sos Balaros di Monti, Coro Logudoro di Usini, Coro Baronia di Budoni, Coro femminile Iune di Dorgali

Ore 22:30 – LE VIBRAZIONI in Concerto al Palco Fausto Noce

Domenica 15 Maggio

05:30 – Diana con la banda musicale “Mibelli” di Olbia sfila per le vie della città 

Ore 10:00 – Accoglienza di S.E il Vescovo Mons. Sebastiano Sanguinetti in Piazza Santa Croce presso la Chiesa di San Paolo con il comitato e la banda musicale F. Mibelli e prosegue verso la Basilica di San Simplicio

Ore 11:30 – Solenne Messa Pontificale in onore del Santo Patrono in Piazza San Simplicio, presieduta da S.E il vescovo Mons. Sebastiano Sanguinetti e dai sacerdoti della Diocesi. I canti liturgici sono eseguiti dal Coro Lorenzo Perosi di Olbia.

Ore 16:30 – Raduno dei gruppi folk nel Piazzale della Basilica San Simplicio con esibizione che precede la processione

Ore 18:00 – Solenne processione in onore del Santo Patrono nella Piazza Basilica San Simplicio con la partecipazione del Vescovo Mons. Sebastiano Sanguinetti. Percorso: Basilica, via Fausto Noce, via Boccherini, via Lombardia, via Vittorio Veneto, via Mameli, via Trento, via Redipuglia, via Genova, Corso Umberto, via San Simplicio, via Gabriele d’Annunzio, Basilica.
La processione è accompagnata dalla banda musicale “F. Mibelli” di Olbia, dalla banda “B. Demuro” di Berchidda e dai gruppi folk, provenienti da Budoni, Monti, Mamoiada, Maracalagonis, Nuoro, Nule, Olbia, Orosei, Padru, Posada, San Nicolò d’Arcidano, Sa Castanza, Santa Teresa, Telti, Trinità, Quartu Sant’Elena, il Coro di Loiri.
Al rientro Santa Messa, presieduta dal parroco Don Antonio Tamponi. I canti liturgici saranno eseguito dal coro Olbia Folk Ensemble.

Ore 21 :00 – Rassegna regionale del folklore in Piazza Basilica San Simplicio, con esibizione di gruppi e cori. La serata è condotta da Giuliano Marongiu

Lollove: il borgo abbandonato più abitato al mondo

Lollove: la rinascita di un borgo

Lol-love: sorrisi e amore

Lollove: il borgo abbandonato più popolato al mondo

© Roberto Roby Rossi 

Il futuro nel nome

Nel neolinguaggio dei millennium LOL sta per Laughing Out Loud, tradotto “scoppiando a ridere” o “ridendo rumorosamente” o ancora “tante risate”, comunque sia… si ride! Love è la parola al mondo più diffusa e usata che conosciamo tutti. Lol-love sorrisi e amore è l’unione di Amare e Ridere, la perfetta sintesi della vita che vogliamo! 

Me ne parlò... Grazia Deledda

Il nome di Lollove mi è comparso circa 30anni fa, nel romanzo La madre dell’adorata Grazia Deledda. Mi aveva incuriosito e mi ero ripromesso a quel tempo di andarlo a visitare. Sono passati quasi vent’anni prima che lo scoprissi in tutto il suo fascino, la sua magia. E l’occasione è stata Cortes Apertas, uno degli eventi più importanti della Sardegna che mette in rassegna circa 30 comuni del nuorese, per mostrarli vestiti di antiche tradizioni, in giornate di fine settimana nei mesi tra settembre e dicembre.

salite... direzione Lollove

Come detto Lollove è tappa di Cortes Apertas e la sua notorietà è dovuta più a questo evento che, ahimè, al racconto della Deledda. E questo potrebbe essere già spunto di riflessione. Andiamo però oltre, non è questo il tema di oggi.

Lollove si pronuncia con la seconda o accentata, Lollòve, anche se la sentirete declinata in tutte le altre possibilità! Si tratta di un minuscolo centro fatto di poche case in pietra che si affacciano a stradine acciottolate e sconnesse, che si allungano per pochi chilometri di estensione. L’aria che si respira è quello di un tempo antico e di antichi mestieri, di nuclei familiari che insieme erano una grande unica famiglia. L’origine è precedente al suo capoluogo, Nuoro, e la sua storia affonda le radici all’epoca medievale. Scorrendo velocemente nel tempo, arriviamo al secolo scorso, quando verso la metà, nel primo dopoguerra, Lollove contava circa 400 residenti, una discreta comunità per i piccoli borghi sardi di quei tempi. Tuttavia lo stile di vita la riconduceva ad una grande famiglia allargata, dove i figli potevano scambiarsi di casa e i nuclei scomporsi e ricomporsi secondo esigenze lavorative o altre necessità.

Poi arriva lo sviluppo industriale, i servizi, le strade… Per raggiungere i centri vicini più forniti ed attrezzati, non si dovevano più arrampicare sentieri impervi e scoscesi, e si apriva così un nuovo mondo.
Lo spopolamento, che già era iniziato in anni precedenti, da quel momento diventava un fenomeno di massa. Anno dopo anno, in breve tempo, Lollove si svuoterà di ogni anima vivente, solo qualche animale ogni tanto, perduto o in esplorazione, calcherà quelle antiche stradine sconnesse.
Se vogliamo calarci per un attimo nella magia delle leggende possiamo spiegare le ragioni di tutto questo.
Perchè se è vero che nulla capita per caso, le leggende ci possono riportare alle più fantastiche ragioni. Si narra che a condannare questo borgo ad un destino infausto fu, tanto per cambiare, una storia di amore proibito…

Lollove: il borgo abbandonato più abitato al mondo

La leggenda di Lollove

Il borgo accoglieva al tempo un gruppo di suore chiamate a svolgere la loro normale e dovuta missione religiosa, fin quando il diavolo ci volle mettere lo zampino… A cadere in tentazione fu una di queste suore che, per amore di un pastore del paese, perse la strada maestra per una relazione che sconvolse la quiete di questo piccolo angolo di pace. Tutte le suore, loro malgrado, vennero costrette ad abbandonare il borgo. La pietas cristiana a volte non è propria nemmeno delle vesti più devote e quell’allontanamento venne vissuto dalle suore con tale dolore che, lasciando alle spalle quelle case e quelle genti, si volsero per l’ultima volta e lanciarono un definitivo anatema “Lollove as a esser chei s’abba è su mare: no as a crescher nen parescher mai!”“Lollove sarai come acqua del mare; non crescerai e non morirai mai”. Da quel giorno il delizioso e pacifico borgo di Lollove iniziò uno spopolamento ed un declino demografico senza fine, sopravvivendo come l’acqua del mare che non cresce mai e non muore mai.
E affacciato sull’ampia vallata, tenacemente arroccato alla collina, Lollove continua a sopravvivere alla maledizione, in uno stato di perenne attesa, di un fine pena mai, in una tenue persistente luce che resiste, ad allungare un’eterna agonia.

Alla fine chi può dire se quella strada che comportò il totale spopolamento di Lollove, abbia origine dall’anatema delle suore cacciate malamente via. Come ogni luogo antico, insieme alle sue pietre e ai suoi resti, rimangono anche questi misteri a fare perfetta cornice ad una storia da raccontare.
Oggi Lollove è tutto quello che è stato nella storia, e tutto quello che si appresta a diventare.
Si, perchè un gruppo di ragazzi hanno visto in questo borgo un futuro. Il futuro di una comunità che non è di chi lo abita, ma di tutti coloro che, almeno una volta nella vita, vorranno scoprire questo piccolo gioiello del centro Sardegna.
E’ Roberto Chessa che ci racconta questo sogno diventato realtà. Lui con Simone, poi con Alessandra, Giuseppe e Mario hanno ridato vita a Lollove, hanno visto che tutto ciò che qui, un tempo, è stato, tornerà ad essere. Visionari? Pazzi? Colti da una qualche forma di follia collettiva? Proprio no. Roberto e i suoi amici hanno capito che il futuro risiede proprio nei piccoli luoghi della storia, negli antichi borghi. Luoghi abbandonati come Lollove, colpevolmente dimenticati da un’umanità confusa che ha fatto della propria memoria un grande falò. E lo ha bruciato. Loro no, loro sono i “custodi del tempo”, come amano definirsi. E hanno dato così vita a Uniamoci Lollove, un’associazione culturale attraverso la quale questo borgo è rinato, ottenendo risultati incredibili, impensabili anche per loro stessi, che hanno creduto fortemente in questa bella scommessa. Grazie a loro Lollove è diventata materia di studio per un’università di Leeds, soggetto centrale per servizi speciali della BBC, meta raccontata dai magazine patinati di tutto il mondo. E grazie a loro, nel 2019, si è dato il via al Festival letterario Deleddiano, unico esistente festival dedicato a Grazia Deledda che si terrà anche questa prossima estate e di cui vi daremo maggiori dettagli qui, in un prossimo articolo.

Lollove nel circuito I Borghi più belli d'Italia

E da febbraio 2022 Lollove è stata incoronata e premiata come uno dei Borghi più belli d’Italia, circuito tra i più importanti per la valorizzazione del grande patrimonio storico artistico, culturale, ambientale e tradizionale che insiste nei piccoli centri italiani, gran parte dei quali colpevolmente ignorati dai flussi turistici, poiché pressochè sconosciuti anche ai viaggiatori più attenti. La messa in rete di questi piccoli, spesso minuscoli territori, proprio come Lollove, consente loro di uscire dall’oblio, di proporsi come interessanti tappe turistiche e di scongiurare il degrado, e quindi la perdita di pagine di storia, di tracce di un passato che parla di noi, che siamo noi. Ed è questo il valore aggiunto al recupero di un luogo, la salvaguardia della nostra memoria.
Dietro questo grande obiettivo c’è tanto lavoro, tanto tempo, tanto amore per la propria terra, per la propria storia, per la propria comunità.
Tutto quanto tiene uniti Roberto, Simone, Alessandra, Giuseppe, Mario e altri verso la consapevolezza di un valore assoluto, quello del bene comune.

Roberto è un fiume di parole. Con un sorriso contagioso ci spiega che ogni visitatore di Lollove, appena poggiato il piede sul suolo di questo piccolo antico borgo, ne diventa abitante, testimone, portatore e promotore della sua storia, della sua semplice bellezza, del naturale senso di appartenenza a quel luogo.

Ed è così che da 13 abitanti effettivi, Lollove diventa il paese più popolato al mondo, grazie alle sue decine di migliaia di visitatori che hanno scoperto l’incanto di un borgo che li ha stregati per sempre.
E al quale, per sempre, rimarranno legati. Un’immensa comunità quella di Lollove, presente in tutta Italia e in ogni paese del mondo, perchè è bastata solo una visita, solo una passeggiata, solo un pomeriggio come quello che ho trascorso io qui, per sentirmi abitante di Lollove, parte di questa gente così bella, accogliente e cordiale, così amica. Una comunità straordinaria.

Scopri Lollove... scopri Lollovers

E ora tappa a Lollovers da Simone, il delizioso rifugio di Lollove, per trascorrere qualche giorno nella quiete di questo borgo e per degustare le specialità della cucina locale. A spiegarti e consigliarti dove, come e quando è Monica Viani con questo articolo. Siete pronti per entrare nel magico mondo di Lollove? Allora partiamo… 
Però mi raccomando, ogni tanto tornate qui, perchè continueremo a parlarvi di Roberto e dei suoi amici, di Lollove e dei suoi eventi, di questo sperduto angolo al centro del mondo che è Lollove, il borgo abbandonato più abitato al mondo.

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Gino d’Acampo e la sua Gallura

Gino d'Acampo in Gallura

© da Telegraph UK

Un estimatore della terra gallurese

E’ stato bello conoscere Gino, un vero estimatore del nostro territorio, tanto da averci preso casa! E’ un testimonial molto importante per il territorio Gallura e per la Sardegna intera, vista la notorietà di cui gode nel Regno Unito e non solo. Per questo ogni iniziativa che vorrà organizzare in zona troverà sempre il mio supporto. (Roberto Rossi)

a seguire l’articolo scritto da Gino d’Acampo per il quotidiano Telegraph 

I grew up in Torre del Greco, near Naples, and my summers were spent on the Amalfi coast. At the time, people were talking about how beautiful the island of Sardinia was supposed to be, but it wasn’t really a big holiday destination back in the late 1970s and 1980s. Still, it stuck in my mind and was always somewhere I wanted to visit. It was 2004 when I finally booked a trip there – I’d been living in London for nearly 10 years by this point and my TV career was just beginning to take off. I needed a break, so my wife Jessica and I flew out there with our two-year-old son, Luciano, for two weeks.

We flew into Olbia and took a taxi to Cannigione, where we’d booked a three-bedroom villa with a swimming pool. There was a gorgeous beach not far from us and lots of restaurants in the town, which is where I got my first taste of Sardinian cuisine. 

What shocked me was the variety of foods on the menu – everything from wild boar ragù to lobster spaghetti. I hadn’t experienced this anywhere else in Italy, where the dishes are mostly dictated by the region. In the mountainous north, it’s all about meat, whereas in the south people mostly eat fish and vegetables. Sardinia, though, benefits from both the coast and the mountains – which are only half an hour away from one another – so you can appreciate all the flavours of Italy in one place. From a chef’s point of view, it was heaven! I also vividly remember the Thursday food market, where they sold anything you can think of – vegetables, truffles, rabbit, mussels and smoked salmon. It was the first market I’d visited where you could buy everything you needed. It was a revelation. 

One day, we took the 20-minute ferry ride over to the Maddalena Islands – if Sardinia was like the Caribbean, then this was like the Maldives! The beaches had powder-soft sand and it felt sleepy and undiscovered. I remember the little colourful houses, the people on the street selling clams and the children playing football on the streets. It was the kind of place where people leave their front doors open. 

I’d fallen completely under the island’s spell and spent the entire trip saying to Jessica “I think we should move here”, so on the last day of the holiday, we walked into an estate agency and started looking at properties. Within four months of returning home from that trip we had bought our first place there, a three-bedroom villa in Pittulongu. And for the past 17 years, my family and I have been dividing our time between Sardinia and London, spending six months there in the summer and six months back in the UK in the winter.

We’ve moved since then and now have a villa called Isla D’Acampo in Telti, in the mountains, and have a big swimming pool, a basketball court, a lake and vineyards, where I make my own wine for my restaurants in the UK. Three years ago, the house next door to us came up for sale and I bought it, and we now have no neighbours for miles – they may as well call it Gino Mountain! I’m currently turning that property into a stable, so that I can breed horses.

Suffice to say, visiting Sardinia all those years ago completely changed my life. Not only is this beautiful island my home now, but the food that I experienced here influenced my own approach to cooking. In my restaurants, I’ve always offered a Sardinian-style menu, where you can eat everything from meatballs to lamb stews and beef casserole.

I went back to Cannigione with my wife a few weeks ago and it hasn’t changed at all. It even had the same bars and restaurants we had visited on that first trip. What would have happened if we’d never visited? I don’t really want to think about that, because I’m so happy and my life is balanced now. It felt like that trip was meant to be; that I discovered a little slice of paradise.

Interview by Kirsty Nutkins

35+1 luoghi da non perdere

da viaggiareatestaalta

Gallura e Sardegna: 35+1 cose da vedere

La Sardegna si sa, è una grande isola italiana situata nel Mar Mediterraneo e caratterizzata da circa 2000 km di costa, spiagge sabbiose e da un entroterra montuoso attraversato da meravigliosi sentieri escursionistici. Se hai in programma di visitare l’isola, in questo articolo ti racconterò cosa vedere in Sardegna.

Ho selezionato per te i luoghi più memorabili da includere nel tuo viaggio in Sardegna ed, al termine della guida, è presente una mappa con cui potrai vedere la posizione di tutte le tappe menzionate nell’articolo.

Scopriamo insieme i 35+1 luoghi da non perdere in Sardegna!

Indice dell’Articolo

  • Cosa vedere in Sardegna: i migliori luoghi da non perdere
    • #1 Isola dell’Asinara
    • #2 Stintino
    • #3 Castelsardo
    • #4 Costa Paradiso
    • #5 Capo Testa
    • #6 Isola della Maddalena
    • #7 Isola di La Caprera
    • #8 Costa Smeralda e Porto Cervo
    • #9 Sfinge della Gallura
    • #10 Isola Tavolara
    • #11 Complesso Nuragico Sos Nuratolos
    • #12 Golfo di Orosei
    • #13 Orgosolo
    • #14 Area Archeologica del Monte Tiscali
    • #15 Gola di Gorropu
    • #16 Grotte del Bue Marino
    • #17 Selvaggio Blu
    • #18 Gairo Vecchio
    • #19 Giara di Gesturi
    • #20 Su Nuraxi di Barumini
    • #21 Villasimius
    • #22 Cagliari
    • #23 SP71 da Porto Teulada a Chia
    • #24 Isola di Sant’Antioco
    • #25 Isola di San Pietro
    • #26 Costa Iglesiente
    • #27 Costa Verde
    • #28 Oristano
    • #29 Tharros e la Penisola del Sinis
    • #30 Bosa
    • #31 Alghero
    • #32 Grotte di Nettuno
    • #33 Spiagge della Sardegna
    • #34 Visitare delle Grotte in Sardegna
    • #35 Ammirare la Barbagia
    • #36 Assaggiare la Cucina Sarda
  • Mappa dei luoghi da vedere in Sardegna

(Continua…)